Dalla strada alla nuova Vita (prima parte)
Dalla mia infanzia problematica alle dipendenze !
Mi chiamo Michel e dopo una lunga battaglia piena di ostacoli e momenti difficili, sono arrivato a un punto nella mia vita in cui sento l’urgenza di raccontarti la mia avventura. Sono nato in Svizzera nel 1970 da genitori immigrati: mio padre è siciliano e mia madre è friulana. La mia esistenza è stata un susseguirsi di sfide e di emozioni contrastanti.
Fin da bambino, ho sentito un’irrequietezza che mi ha reso un individuo problematico, anche in seguito. I miei genitori hanno lasciato la loro terra d’origine alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore per la nostra famiglia. Durante la settimana, mi affidavano amorevolmente alle cure della mia zia materna e tornavo a casa con loro solo il venerdì. Tuttavia, quei momenti, invece di portarmi gioia, erano accompagnati da una confusione e un disagio profondi. Non riuscivo più a riconoscere i miei genitori come le figure familiari che avrei dovuto conoscere, e desideravo ardentemente la presenza e l’affetto della mia zia, che per me si era trasformata in una figura materna.
I ricordi di quei giorni trascorsi con mia zia sono come immagini sfocate nella mia mente. Ero solo un bambino di due o tre anni, ma ricordo ancora vivamente le lacrime che versavo quando i miei genitori venivano a prendermi il venerdì. Mi sembrava di non riconoscerli più e desideravo soltanto la dolcezza e l’amore della mia cara zia. Ci sono voluti circa un anno, quando avevo intorno ai sei anni, prima che iniziassi la scuola. Prima di quel momento, la mia zia si era presa cura di me e delle mie esigenze.

L’inizio del mio percorso scolastico è stato una vera e propria prova, dopo aver già affrontato diverse difficoltà legate alla separazione dai miei genitori. Le settimane passavano e i miei insegnanti riportavano costantemente annotazioni negative sul mio comportamento, e il diario di scuola richiedeva sempre la firma dei miei genitori. Nonostante provassi un terrore inspiegabile verso mio padre, non riuscivo a passare inosservato. Spesso mi trovavo coinvolto in situazioni che richiamavano l’attenzione su di me. Mio padre era un uomo di carattere irascibile e la sua rabbia si scatenava in modo incontrollato, infliggendo dolore sia a me che a mia madre. Ancora oggi, quelle immagini risuonano nella mia mente, quando i vicini di casa intervenivano per placare la sua furia.
Inoltre, la mia salute era compromessa a causa del mio eccesso di peso. I miei genitori mi portarono dal medico, il quale mi diagnosticò un accumulo di grasso intorno al cuore che richiedeva una dieta. A quei tempi, il cibo era diventato per me un rifugio emotivo e una valvola di sfogo per le mie frustrazioni.
La mia esperienza scolastica non è stata affatto facile. I miei compagni di classe si prendevano gioco di me e subivo atti di bullismo da parte degli studenti più grandi. Ero costantemente distratto e inquieto, ma allo stesso tempo estremamente timido. Fu proprio in quel periodo che iniziai ad avvicinarmi alle droghe, influenzato dai nuovi movimenti musicali che stavano spopolando in Europa, come il soul e l’hip hop provenienti dall’America. Fumare spinelli era considerato normale tra i ragazzi della mia età, e ogni sabato partecipavo a feste in cui alcol e droghe abbondavano. Era l’inizio di un mondo sconosciuto, in cui le pillole, come l’ecstasy, facevano parte del rituale per ballare tutta la notte. Queste sostanze chimiche mi impedivano di dormire, ma all’epoca sembrava essere la normalità. Riuscivo a stare sveglio per più di 48 ore, ma gli effetti collaterali sulle mie relazioni e sulla mia vita erano disastrosi. Un senso di oppressione e di inutilità cominciava a farsi sempre più forte, portandomi in uno stato emotivo di frustrazione che mi faceva desistere dal cercare un miglioramento e dal vivere una vita normale. Le domande sul senso della vita iniziavano a farsi sempre più presenti e non riuscivo a trovare un percorso corretto.
Un giorno, uno dei miei amici, anch’egli figlio di immigrati, arrivò con dell’eroina. La usava per attenuare gli effetti dell’ecstasy, e in quell’istante decisi di provarla anch’io. Nonostante fossi ben consapevole degli effetti devastanti di quella droga, derivata dalla morfina utilizzata anche negli ospedali, l’effetto di benessere che mi procurò fu irresistibile. Mi sentivo così bene che, se un treno fosse passato sopra di me, probabilmente non me ne sarei neppure accorto.

Non potevo immaginare quali eventi avrebbero caratterizzato il mio futuro. La mia storia sembra un’infinita serie di sfide, piena di difficoltà e di una lotta personale inizialmente contro le dipendenze fisiche e successivamente contro dipendenze interiori ancora più profonde. Tuttavia, il futuro avrebbe ancora riservato sorprese, causate sia dalle mie azioni che dagli eventi stessi.
Fine della prima parte. Continua… Segue qui la seconda parte
Se vuoi comprendere le cose che ho realizzato dopo anni di vita in una strada difficile, ti chiedo con tutto il cuore di inoltrare la mia storia e i valori dell’associazione “Aiuto dall’Alto odv”, di cui sono un membro attivo.
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